CUCINA SARDA
La cucina sarda è una cucina molto particolare che affonda le sue radici
nell’antichità e che, nonostante sia piuttosto isolata rispetto
all’Italia e all’Europa, è stata influenzata pesantemente dai popoli che
hanno attraversato questa terra anche solo di passaggio.
Una testimonianza di ciò è data ad esempio dalla gastronomia tabarkina,
ossia quella dell’Isola di San Pietro, dove piatti della tradizione
ligure e africana si mescolano insieme a quella sarda per creare una
cucina unica e irripetibile. Uno di questi piatti è il cous cous, dove
appunto un alimento della cultura africana, il cous cous, incontra la
carne.
La Sardegna è divisa in diverse zone, molto differenti tra loro sia per
quanto riguarda il dialetto, sia per la gastronomia. Infatti i piatti
tipici del cagliaritano non sono certamente simili a quelli del nuorese,
a causa delle differenze geografiche e alla diversa reperibilità dei
cibi.
ANTIPASTI
Secoli di pastorizia
hanno lasciato in eredità alle tavole della Sardegna un’abbondanza di
ottimi formaggi realizzati con latte di pecora, sia freschi che
stagionati.
Sebbene non abbia bisogno di presentazioni e sia ormai ampiamente in uso
anche nell’Italia continentale, sarebbe ingiusto non nominare in questa
lista dei prodotti tipici della Sardegna il pecorino sardo. Riconoscuto
come prodotto dop dal 1991, esiste in versione dolce con 1-2 mesi di
stagionatura e in versione saporita, stagionata 6 mesi.
È un ingrediente base della cucina sarda, usato come formaggio da pasto e
come ripieno per primi e dolci; il pecorino stagionato sei mesi viene
anche grattuggiato ed è l’equivalente locale di parmigiano e grana.
Un altro formaggio dop è il fiore sardo, prodotto con latte intero di
pecora coagulato con caglio di agnello o capretto. È caratterizzato da
una quasi impercettibile nota affumicata dovuta al fatto che viene
prodotto solo all’interno di locali in cui è presente un fuoco a legna.
Di difficile reperibilità è invece il callu de crabittu, un formaggio
tradizionale sardo ormai prodotto solo da pochi pastori. È l’espressione
tipica di una civiltà contadina, molto povera, ingegnatasi a far uso di
ogni possibile parte dell’animale per evitare sprechi. In questo caso
vengono usati i residui dell’ultima poppata di latte materno, chiusi
nell’abomaso (organo detto anche “quarto stomaco”) del capretto per
farli cagliare e stagionare.
Il callu de crabittu è un formaggio dal sapore deciso e complesso,
simile a quello dei formaggi di fossa. Si mangia a fette sul pane
carasau oppure fritto; il suo compagno ideale è un bicchiere di vino
corposo. - https://www.sardegna.info/info/cucina-sarda/
Secoli di pastorizia
hanno lasciato in eredità alle tavole della Sardegna un’abbondanza di
ottimi formaggi realizzati con latte di pecora, sia freschi che
stagionati.
Sebbene non abbia bisogno di presentazioni e si -
https://www.sardegna.info/info/cucina-sarda/
Prosciutti e formaggi sono la base degli antipasti
sardi, spesso ormai utilizzati anche come aperitivo negli incontri tra
amici. I
prosciutti più apprezzati sono quelli
di Villagrande e Talana,
serviti sempre in abbinamento ai formaggi sardi che meritano un paragrafo a parte essendo una delle specialità gastronomiche della Sardegna.L'Isola attualmente offre la più vasta produzione di formaggi pecorini d'Europa tra cui formaggi ovini D.O.P. come il
Pecorino Sardo ,il
Fiore Sardo e il
Pecorino Romano.Uno dei prodotti che desta tanta curiosità, a causa del suo particolare processo di formazione, è il cosiddetto
casu marzu o formaggio marcio,viene prodotto familiarmente, in modo naturale, tramite la
Piophila casei, un insetto dalle cui uova, deposte all'interno della forma di pecorino, nascono centinaia di larve
che traggono nutrimento dalla forma di formaggio stessa, cibandosene e
sviluppandosi in essa, proteolizzando il contenuto proteico del
formaggio, e modificandone il sapore, conferendole un gusto molto
intenso.
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Pecorino sardo
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Poi non può mancare qualche spicchio di
Pane
Carasau,letteralmente tostato, con il quale vengono anche preparati dei piatti assolutamente
deliziosi.Una delle preparazioni più semplici alla cui base troviamo il pane carasau è il
pane salìtu chin bagna. Si tratta di pane condito con formaggio e sugo
e viene “costruito” come una sorta di lasagna alternando strati di pane carasau leggermente
ammollato in acqua cosparsi di sugo di pomodoro fresco e formaggio
(preferibilmente pecorino).
Il
Pane Frattau,tipico della Barbagia, la regione più centrale dell’isola, è una preparazione che vede il nostro carasau ammollato o nell’acqua, o nel brodo o direttamente nel sugo di pomodoro, sopra va' messa della cipolla, del
basilico fresco, del sugo di pomodoro e pecorino sardo. In
alcune zone si utilizzano erbe aromatiche per l'insaporimento della
pietanza, come la cicoria, il rosmarino, il timo o l'origano.
Infine, bisogna preparare un uovo
in camicia e metterlo sopra al pane frattau; al momento di servirlo,
bisogna obbligatoriamente rompere il tuorlo, in modo da farlo
fuoriuscire e impregnare bene tutto il piatto.
Tra gli antipasti di origine Cagliaritana fa parte la
Burrida, una preparazione molto
particolare a base di gattuccio, noci, aglio e aceto. Il gattuccio viene
tagliato e pezzetti e bollito, poi si prepara la salsa di noci e si fa
cuocere il tutto per qualche minuto; dopodiché si versa la salsa sopra
il pesce e si lascia macerare per uno o due giorni.
L’
insalata di polpo sarda viene servita solitamente come antipasto.
L’ingrediente principale di questo è ovviamente il polpo locale che è in
genere un po’ più piccolo del normale e questo lo rende più delicato.
E’ servito con patate bollite, sedano e condito con olio d’oliva,
limone, aglio e prezzemolo.
Nell’entroterra cagliaritano invece c’è un piatto tipico della città di
Assemini, la
Panada, che ricorda una torta salata ma la cui preparazione
è certamente diversa da qualunque altra preparazione gastronomica
italiana. Infatti la pasta della panada viene preparata a mano con
semola di grano duro, acqua e strutto, e all’interno può essere condita
con due ripieni diversi: agnello o anguille, ma comunque entrambi
accompagnati dalle patate. Si tratta di un piatto tradizionale sardo,
che viene realizzato sia nella versione grande, sia nelle monoporzioni,
ideali per un picnic.
Le relazioni fra sardi, liguri e toscani sono antiche: risalgono al
periodo giudicale e si intensificano intorno all’anno Mille, con le
repubbliche marinare di Pisa e Genova. Durante questo periodo, le
famiglie toscane si concentrarono nella parte Sud, in particolare dopo
la caduta del giudicato di Cagliari, mentre i genovesi si inserirono nei
commerci e negli affari delle zone più a Nord: da qui le influenze
sulla lingua, la cucina e la cultura in generale. La fainè,
specialità a base di farina di ceci, deriva proprio da questi rapporti:
una specialità realizzata sia in Toscana, dove viene chiamata cecina o torta di ceci, che in Liguria, dov’è conosciuta con il nome di farinata.
Una specialità originaria del Sulcis, conosciuta anche con il nome di
sa fogazza cun tammatica o Mustazzeddu e' la focaccia con i pomodori dalla crosta di colore bruno, veniva aperto al centro e riempito con i pomodorini e l’olio extravergine d’oliva, a mo’ di tasca.
PRIMI
Di pasta in Sardegna ce n’è per tutti i gusti,tra i più disparati e a volte molto complicati da eseguire l’esempio più eclatante è
su filindeu, un tipo di pasta per minestra formata da sottilissimi fili
sovrapposti in tre strati incrociati, ricavati con abilità manuale da un
impasto con semola di grano duro, che viene poi cotta nel brodo di
pecora e condita con pecorino fresco. Per non parlare dei
sos macarrones de erritu e del loro legame
speciale con la memoria dei defunti.
Si tratta di una specie di bucatini al ferretto tipici della provincia di Nuoro
che
vengono conditi con sugo di pecora e pecorino. Preparati nei giorni di
festa, erano protagonisti in particolare il 2 novembre in occasione del
giorno dei morti: la sera infatti venivano lasciati a sas animas, poggiati sul tavolo a disposizione dei propri defunti che sarebbero tornati a fare visita.
Tra i primi piatti della tradizione sarda troviamo i
malloreddus(malloru che in dialetto significa toro),sono una sorta di gnocchetti aromatizzati al pomodoro, agli spinaci e
allo zafferano; vengono conditi con un sugo corposo di salsiccia,
cosiddetti “alla campidanese”, oppure col formaggio, chiamati così con
“casu furriau”.
La
fregola sarda
nell’entroterra diventa un piatto completamente diverso da quello
descritto in precedenza, in quanto i sapori del mare lasciano lo spazio
alla salsiccia e al brodo di carne, rendendo questo primo un piatto
spesso servito come piatto unico. Tra i primi Cagliaritani non può mancare la Fregula cun cocciula, ovvero la fregola
insaporito con le vongole, l’aglio e i pomodori secchi.
Un’altra specialità originaria
dell’Ogliastra sono i
culurgiones di patate, che altro non sono che dei
ravioli dalla forma assai particolare. Vengono conditi con un ripieno
altrettanto speciale costituito da patate, menta e pecorino sardo. La
loro forma ricorda quella di una spiga e la loro preparazione è
abbastanza lunga e laboriosa, si deve tenere di conto infatti che ogni
raviolo viene “cucito” a mano.
Tra i tipi di pasta dalla forma particolare possiamo parlare
delle
lorighittas di Morgongiori, un paese quest'ultimo situato nei
monti del Campidano. Sono preparate con un
impasto di semola e acqua, che viene poi tirato sottilmente e con il
quale si formano delle trecce chiuse ad anello. Infine si condiscono con
un semplice sugo di pomodoro fresco.
Un
altro primo piatto apprezzato da tutti, cagliaritani e non, è la
Pasta
con i Ricci di mare.
Spostandosi verso il nord si passa dalle
insenature del Sulcis, dove vengono pescati i tonni rossi famosi in
tutto il mondo e viene prodotta la bottarga, vero fiore all’occhiello
dell’intera isola. Con questa si è soliti preparare gli
spaghetti alla bottarga, grattugiandola sopra come se fosse un formaggio o utilizzandola a scaglie con l’aiuto di un pelapatate.
Nel golfo di Oristano, famoso per le sue risaie che forniscono il riso a
tutta la Sardegna e per i suoi prodotti ittici, come le cozze, le
anguille e i muggini da cui si prepara un
buon
risotto alla pescatora con appunto cozze ,vongole e al quale si possono aggiungere a piacimento anche i gamberi e le seppioline.
Un piatto tipico della zona che non ha niente a che
fare con il mare è la
Zuppa Gallurese. È un piatto povero tipico del
territorio e viene preparato ancora oggi con pane raffermo, brodo di
pecora e pecorino stagionato.
SECONDI
I secondi invece sono caratterizzati dalla totale presenza della carne
in tutte le sue forme. Il piatto più apprezzato è sicuramente il
Porceddu (maiale), cotto alla brace. Questo è contraddistinto tanto
dalla croccantezza esterna della sua cotenna, quanto dalla morbidezza
delle sue carni.Gli aromi utilizzati per insaporire il maialino sono solitamente il
mirto e il rosmarino e lo si accompagna con patate arrosto o con altre
verdure, come i carciofi con patate.
Nella zona di Nuoro in particolar modo, il
cinghiale è una valida alternativa al maialino arrosto.Per cucinarlo si utilizzano spesso dei vini della Sardegna, come ad esempio il Cannonau, che gli dà un aroma speziato e intenso.
La pecora è forse più di tutti l’emblema della cucina e della cultura pastorale locale. La razza autoctona della pecora sarda
è una delle più antiche d’Europa e, a oggi, conta più di 3 milioni di
capi nella sola Sardegna. Un patrimonio che ha una tradizione
millenaria: è stato dimostrato infatti che l’antica e misteriosa civiltà
nuragica che popolò la Sardegna a partire dal 1800 AC (età del bronzo)
basava la propria sussistenza sulla pastorizia e probabilmente aveva a
che fare con i progenitori dei moderni ovini che oggi affollano l’isola e
le sue tavole. Fra i piatti più rappresentativi troviamo la pecora in cappotto, uno stufato di carne e verdure tipico dell’Ogliastra che consiste in pezzi di pecora bolliti e cucinati in brodo con cipolle e patate.
Le interioria degli ovini in Sardegna costituiscono gli ingredienti fondamentali di numerose preparazioni: fra queste ricordiamo
sa corda,
in cui lo stomaco e i due intestini (crasso e tenue) vengono lavati con
acqua e aceto, tagliati a strisce, intrecciati tra di loro e arrostiti
sullo spiedo.
Sa trattalia o Ispinadas ,è un gustoso spiedo preparato con
su coru (cuore),
su prummoni (polmoni),
su figau (fegato),
su spreni (reni),
sa stintina (intestino tenue) tutti infilzati nello spiedo con fette di pane, fettine di lardo di maiale e avvolti da
sa nappa (il peritoneo). Infine citiamo il
longosu o
longus, piatto piuttosto raro che consiste in pezzi di intestino di agnellino cotti alla brace o panati e fritti. L’
agnello con i carciofi è un piatto tradizionale cucinato di
solito nel periodo della Pasqua.La carne deve essere rosolata e fatta cuocere per circa un’ora
per poi aggiungervi i carciofi. Il modo migliore di gustare questo e' piatto
accompagnarlo con della Vernaccia sarda.
Alghero,è un regno di culture che si incrociano in una piccola città. Essa
infatti è stata una città catalana, cultura di cui conserva la lingua e
le tradizioni culinarie. Tra queste è rimasta l’
Aragosta alla Catalana,
preparata con pomodori, sedano e cipolla, un piatto molto apprezzato che
vale la pena mangiare almeno una volta nella vita.
Dalla parte opposta della costa, verso est, si
incontrano le bellissime località di Santa Teresa di Gallura e Olbia.
Questa zona è famosa per i suoi allevamenti di cozze e vongole, ma anche
per alcuni alimenti che non è facile trovare nel resto dell’isola, come
ad esempio le
Orziadas. Questi molluschi sono abbastanza rari e si
cucinano fritti nell’olio bollente. Spesso però vengono anche consumati a
crudo, oppure vengono utilizzati come condimento della pasta, come si
fa con le vongole.
Lo
scabecciu, termine dialettale derivante dallo spagnolo
escabeche
che indica una tecnica di conservazione alimentare a base di vino e
aceto, è una preparazione a base di pesce molto diffusa nella parte
meridionale della Sardegna. Pesci poveri come anguille e pescetti da
paranza sono passati nella semola, fritti e in seguito conditi con
aceto, alloro, olio extravergine, pomodoro ed erbe aromatiche. Questo
tipo di marinatura rende il pesce saporito e gustoso.
Trovano spazio tra i secondi anche le
Mungetas ossia le chiocciole (chiamate pure lumache), nelle loro varie pezzature che vanno dalla
ciogga minudda lessate con delle patate, alla
ciogga grossa preparate con un sugo piccante o con aglio e prezzemolo, ai
coccoi che vengono serviti ripieni di un impasto di formaggio, uova, prezzemolo e pangrattato, alle
Mungetas cotte in padella con aglio, olio, prezzemolo e pangrattato.
DOLCI
La
Seada, è nata sicuramente nelle zone dove lavoravano i
pastori perché è preparata con una forma di formaggio tipica delle zone
interne della Sardegna. Le vere Seadas sono preparate con una sfoglia a
base di strutto e un ripieno di formaggio acido; sono tagliate a forma
di disco e poi fritte nell’olio bollente. Dopo la cottura, vanno servite
accompagnandole col miele, oppure con lo zucchero semolato, a seconda
dei gusti.
Legate alle ricorrenze funebri troviamo le
sos papassinos, dolcetti di pasta frolla e uva sultanina
a
forma di piccoli rombi. Hanno un impasto a base di farina, uova,
zucchero, margarina e vino cotto (
sapa) a cui vengono aggiunte
uva passa, mandorle, noci, spezie, miele e buccia di limone. Una volta
pronti vengono spesso ricoperti da glassa e confettini colorati.
Anche chiamato
s’aranzada,
sa cuffettura è il dolce per le
occasioni veramente importanti, se non altro perché per prepararlo ci
vuole molta pazienza e maestria. Gli ingredienti sono soltanto tre:
scorze d’arancia, miele e mandorle tostate.
Gli altri dolci sardi della tradizione sono le
Pardule, che sono dei
cestinetti di pasta ripieni di ricotta, scorza d’arancia, zafferano e
talvolta uvetta.
Non dimentichiamo poi le
zeppole sarde. Queste, a
differenza delle classiche zeppole di San Giuseppe, sono di pasta lievitata e fritte. Ci sono poi i dolci di mandorle, di cui fanno parte un’infinità di varianti, dagli
amaretti ai
Gueffus,
fino ai
Candelaus.
VINI E LIQUORI
Gusterete prodotti genuini e pietanze tradizionali ovunque sull’Isola,lasciandosi
trasportare da percorsi attraverso vari ristoranti tipici o attraverso
le Strade dei vini. Ogni territorio ne ha uno (o più d’uno) che lo
caratterizza: vermentino in Gallura, torbato e cagnulari ad Alghero, carignano nel Sulcis, cannonau(secondo gli studiosi, sarebbe uno dei vini più antichi del Mar Mediterraneo)in Ogliastra e Nuorese, monica e nuragus nel Campidano, vernaccia nell’Oristanese, malvasia a Bosa.
Il liquore piu' popolare in
Sardegna e in Corsica e' il mirto o mirto rosso,ottenuto per macerazione alcolica delle bacche di
mirto o di un misto di bacche e foglie.
Il
filu 'e ferru o fil'e
ferru è un'acquavite di origine sarda. Per la produzione vengono
distillate vinacce sarde sceltissime (di alta qualità sono le acquaviti
ottenute dalla distillazione delle vinacce di Vernaccia) che danno un
prodotto con gradazione alcolica che spesso supera i 40 gradi.
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