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Dentro le mura del borgo vecchio di Termoli, le casette dei pescatori lasciano poco spazio alle stradine strette e attorcigliate, come si conviene a una cittadella fortificata che subiva l’assalto dei Turchi (e altri invasori) e doveva fare di ogni angolo un punto di difesa e di ogni strettoia un mortale agguato. Fra scorci incantevoli e sprazzi di mare che guizzano sullo sfondo di un vicoletto, di tanto in tanto si schiudono piccole e graziose piazzette.
Via Rejecelle e' larga 41 centimetri e si contende con un vicolo di Ripatransone (Ascoli Piceno), il primato di via più stretta d’Italia. A Rejecelle, la viuzza, così la chiamano i termolesi doc, su trova tra i vicoli del paese vecchio ed è una sorpresa trovarsela davanti e attraversarla fino in fondo per continuare ad esplorare e scoprire i segreti dell’antico borgo marinaro di Termoli.
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Antiche e affascinanti macchine da pesca. Questi sono i trabucchi, che anticamente permettevano ai pescatori e alle loro famiglie di pescare anche quando il mare in burrasca impediva alle barche di uscire per mare. Il primo trabucco di Termoli venne costruito intorno al 1850 da Felice Marinucci che aveva visto questo tipo di costruzione in Abruzzo, dove spesso si recava per motivi di lavoro. Oggi i trabucchi sono fra i simboli che caratterizzano la città di Termoli. Per osservarli in tutta la loro bellezza si può percorrere la ‘Passeggiata dei trabucchi’ che dai piedi del Castello Svevo si snoda lungo tutta la cinta muraria del Borgo Antico fino ad arrivare al Porto.
Discendendo dal Corso Nazionale, sulla sinistra c’è il vero belvedere di Termoli:Piazza Sant’Antonio. Dalla balaustra si può ammirare un panorama mozzafiato che dal Borgo vecchio spazia sul mare Adriatico a perdita d’occhio fino ad arrivare a scorgere Vasto, il faro di Punta Penna e verso l’interno le cime della Maiella. In piazza Sant’Antonio ha sede una fontana realizzata nel 1949 dallo scultore Renato Beretta.
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Foto presa da internet |
Quest’ultimo è il meridiano centrale del fuso orario di Berlino, Parigi e Roma che di fatto determina l’ora del fuso stesso (chiamata infatti l’ora di Termoli).
Il meridiano è denominato Termoli-Etna e questo fa della città adriatica una “Greenwich” italiana.
L’incrocio tra le due linee immaginarie avviene sulla spiaggia di Rio Vivo o più precisamente presso la marina di San Pietro, a pochi passi dal luogo, dove fino a poco tempo fa era situato un trabucco in disuso (Trabucco di Bricche) e dove il 30 ottobre 2013 è stato eretto un monumento denominato “IL SOGNO” ad indicarne il punto esatto.
Foto presa da internet |
Al centro della piazza Vittorio Veneto, inaugurata nell’Agosto 1926, vi è il monumento ai Caduti realizzato dallo scultore molisano Enzo Pucchetti.La piazza è il salotto di Termoli fin dalla sua realizzazione, il punto d’incontro dei termolesi e degli ospiti;nel 2015, insieme al Corso Nazionale, ha subito un radicale restyling con uno stile decisamente più moderno e divenuta Zona Pedonale.
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Foto presa da internet |
Sul litorale molisano in passato furono costruite diverse Torrette al fine di creare un sistema difensivo.Le torri di avvistamento sono, oggi, la più viva testimonianza dei continui attacchi sulla costa, in seguito a periodi di grandi tensioni, scorrerie, guerriglie, basti pensare all’epoca dei Saraceni e dei Turchi che hanno assalito tutta la fascia costiera e al periodo angioino. Tra le poche torrette sopravvissute agli attacchi vi e' una all’ingresso del Borgo:la Torretta Belvedere dedicata a Carlo Cappella. Attualmente vi è collocato un Ufficio di informazione turistiche Ciò che rende ancora più interessante la presenza delle Torrette, oltre che per la loro storia, è la splendida e suggestiva veduta del mare che si prospetta agli occhi dei visitatori.
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