👉INFO GENERALI CAMPANIA👈
Per semplificare la ricerca sulla mappa ho contrassegnato il Cilento con il colore PETROLIO
In auto
L'autostrada A3 Salerno - Reggio Calabria costeggia Paestum ed il
perimetro del parco sui lati settentrionale e orientale. Le uscite più
convenienti sono: Battipaglia per Capaccio - Paestum e la fascia
costiera da Agropoli a Palinuro; Campagna, Sicignano e Petina per i
monti Alburni; Sala Consilina e Padula per l'area del Cervati; ancora
Padula per la fascia costiera da Policastro a Marina di Camerota.
Diverse strade statali attraversano il Cilento con percorsi tortuosi ma di grande interesse paesaggistico.
La statale 18 Tirrena inferiore, in via di trasformazione in
superstrada, va da Agropoli a Policastro passando per Vallo della
Lucania; la statale 166 degli Alburni taglia in senso latitudinale il
Cilento da San Rufo a Capaccio Vecchio; la 267 del Cilento segue la
costa da Agropoli fino a Velia per innestarsi poi sulla 447 di Palinuro.
La statale
tirrenica inferiore diventa superstrada all'altezza di Agropoli e
prosegue fino a Policastro Bussentino, passando per Vallo della
Lucania, congiungendosi poi all' A3 Salerno – Reggio Calabria
all'altezza di Buonabitacolo.
In treno
Si può utilizzare la linea Napoli - Salerno - Reggio Calabria che serve tutta la
zona costiera del parco. Sono raggiungibili in treno le seguenti località: Capaccio
- Paestum, Agropoli, Vallo della Lucania, Ascea - Velia, Pisciotta, Centola, Policastro
e Sapri.
Consultare https://www.trenitalia.com/
In aereo
Lo scalo più Vicino per i voli nazionali è quello di Salerno –
Costa d'Amalfi sito a Pontecagnano, servito con voli di linea Alitalia.
Per maggiori informazioni collegarsi a: www.areoportosalerno.it.
Per i voli internazionali lo scalo più vicino è quello di Napoli Capodichino. Per maggiori informazioni collegarsi al sito www.gesac.it
In bus
Il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano comprende quasi tutto il versante
meridionale della provincia di Salerno.
La denominazione ufficiale del Parco è peraltro inesatta poichè dal suo perimetro
resta escluso il Vallo di Diano, che separa il Cilento dalla Lucania, mentre vi
rimane incluso il complesso montuoso degli Alburni, strutturalmente separato dal
Cilento vero e proprio. L'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria costeggia il perimetro
del Parco sui lati settentrionale e orientale.
Tutta l’area compresa nel Parco può vantare di avere in dote 5 siti
patrimonio UNESCO fin dal 1998, quali Paestum, Elea-Velia con le
rispettive aree archeologiche e la Certosa barocca di San Lorenzo a
Padula. Altri due siti ricadono nel comune di Sant’ Angelo a Fasanella,
uno dei tre comuni al Mondo a poter vantare 2 siti UNESCO: la Grotta
santuario di San Michele Arcangelo e la scultura rupestre dell’Antece,
antico guerriero scolpito nella roccia. Inoltre, dal 2010 anche la
Dieta Mediterranea è stata riconosciuta dall’UNESCO Patrimonio Culturale
Immateriale dell’Umanità. E' anche Riserva della Biosfera
dal 1997 e primo Geoparco in Italia dal 2010.
Particolarmente marcato
da un punto di vista territoriale, con pochi contesti pianeggianti
localizzati intorno al fiume Alento, Mingardo, Bussento e Calore.
I
rilievi montuosi di maggiore importanza sono il Monte Cervati (1898
metri), gli Alburni (1742 metri), Gelbison (1705 metri), Motola (1700
metri), Centaurino (1433), Cocuzzo (1411), Bulgheria (1244), tutti
adatti al trekking, allo sport all’area aperta e ricchi di storia tra
chiese, monasteri, sculture e opere dell’uomo e della natura.
C'è un modo speciale per scoprire con lentezza le meraglie del
Parco Nazionale del Cilento
ed è percorrendo il
Cammino di San Nilo, un itinerario che attraversa il Cilento bizantino attraversando paesi sospesi nel tempo e natura rigogliosa o
la via silente un anello ciclabile che percorre 600 km e che partendo dal mare ritorna al mare.
La
fascia costiera è sabbiosa nella parte settentrionale e per le aree più
meridionali si alternano aree di rocce, grotte, insenature, aree
sabbiose.
Non solo natura ma anche cultura, grazie ai tanti borghi e ai siti
archeologici di Paestum,Moio della Civitella, Monte
Pruno-Roscigno. Tra i paesi più visitati possiamo trovare la bellissima Santa Maria di Castellabate, Acciaroli, l'antica Velia, Palinuro, Marina di Camerota, Scario e Policastro Bussentino. Invece le città più importanti sono Vallo della Lucania dislocata nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Sapri ed Agropoli: quest'ultima è la più grande per popolazione nonché porto principale.
La prima tappa che non potete perdere è senza dubbio Paestum,
è uno dei siti archeologici più rappresentativi della Magna Grecia
dove successivamente sono state innalzati monumenti anche in epoca
romana. Vedere la valle dei templi è un’esperienza meravigliosa,
specialmente in pomeriggio con la luce calda, consiglio di fare un salto
anche nel meraviglioso museo che racchiude tesoro iconici come il
famoso tuffatore di Paestum, ritratto anche nelle piscine del
Foro Italico di Roma. Tre sono i templi ancora ben conservati. Il Tempio di Nettuno, il Tempio
di Athena e la Basilica, il tempio dedicato ad Hera. Il sito fu
scoperto nel diciottesimo secolo grazie alla costruzione della strada
che ancora oggi divide in due l'anfiteatro del sito.
Durante il mese di Settembre c’è anche una
manifestazione internazionale di Mongolfiere dove è possibile volare su
questi magnifici monumenti.
Inoltre la sua lunga e ampia spiaggia (15 Km), bagnata dal mare del Cilento è una
meta ambita in estate.
🍝DOVE MANGIARE:Bottega del gusto,Casa Coloni,Domus Clelia,Tempio del panino, Ristorante pizzeria oasi paestum, La Fattoria Del Casaro, Ristorante Pizzeria Simposium, Nonna sceppa

Una delle mete di maggior richiamo per il turismo balneare del Cilento le cui splendide spiagge, tra cui primeggia la
baia di Trentova, sono in estate prese d'assalto dai bagnanti.
La parte antica dell'abitato è posizionata su un promontorio che proteso
nel mare ha sempre offerto in passato una valida protezione dai tanti
attacchi degli eserciti nemici e dei pirati. Il centro storico è ben
tenuto con gran parte delle mura difensive e il portale di accesso
seicentesco e conserva intatto tutto il suo fascino . Importante attrazione culturale è il Castello Angioino Aragonese che si erge maestoso sul promontorio incastrandosi con il vertice nel borgo antico. Il Palazzo Cirota, sito in via Pisacane, è oggi la sede del Palazzo
Civico delle Arti della Città di Agropoli. Costruito nel 1892 come
residenza estiva della famiglia Cirota - benestante famiglia cilentana -
ha cambiato più volte utilizzo nel corso degli anni fino a divenire -
nel 2011 – il “Palazzo Civico delle Arti” quale struttura espositiva dedicata all’archeologia e all’arte.
Il Palazzo Civico delle Arti ospita al pian terreno il museo archeologico, visitabile tutto l’anno, con una ricca sezione archeologica.
CASTELLABATE, SANTA MARIA DI CASTELLABATE, SAN MARCO E LICOSA[
torna al menu
]
Ha conservato nei secoli le sue caratteristiche
medioevali con un'architettura fatta di case intercomunicanti
avviluppate attorno al castello situato sulla sommità del monte.
L'importanza di questa maestosa fortificazione, iniziata nel 1123, è
testimoniata addirittura dal nome del paese che deriva Castrum Abbatis
ovvero castello dell'abate da cui nei secoli si è giunti Castellabate. Prima di addentrarci tra i suoi vicoli, non possiamo non scattare almeno
una foto ricordo alla targa del 1811, dedicata a Gioacchino Murat, che a
Castellabate disse: “QUI NON SI MUORE” riferendosi alla purezza della sua aria.
Ad accoglierci e' innanzitutto una magnifica terrazza,il Belvedere di San Costabile,
e da qui, infatti, la vista è straordinaria. Si ammirano i tetti rossi
di Santa Maria di Castellabate e del piccolo borgo di San Marco,
con le spiagge del Pozzillo e di
Santa Maria. Da visitare anche la Basilica Pontificia "Santa Maria de Gulia" di stile romanico e risalente alla prima metà del XII
sec. Al suo interno è conservato il polittico di Pavanino da Paleremo,
importante esempio di pittura del ‘400 nell' Italia meridionale. Passeggiando per le strade del borgo di Castellabate si incontrano ancora tracce del medioevo. Le incontriamo nel suo elegante centro storico, che presenta una caratteristica struttura architettonica. Un intreccio di stradine, di vicoli stretti sormontati da archi e ripide scalinate
si susseguono senza una precisa direzione. Tra profumi e colori si arriva cosi' al cuore del borgo, nella piazzetta di Castellabate,ossia la Piazza 10 Ottobre 1123,
che prende il nome dalla data di fondazione del castello, è forse
conosciuta meglio come la piazza dove aveva sede l’ufficio postale nel
film “Benvenuti al Sud”.Qui e' piacevole fermarsi qualche istante per una pausa caffè,per mangiare nei vari ristoranti e per una vista panoramica sulle valli dell’Annunziata.
Il litorale, che Castellabate domina dall'alto della collina coltivata
ad ulivo, alterna scogliere a spiagge dalla sabbia dorata . Il mare
limpido compreso tra Punta Tresino e Punta Licosa è stato dichiarato
zona di tutela biologica ed ha permesso al comune di fregiarsi della
bandiera blu , prestigioso riconoscimento FEE (Foundation for
Environmental Education).
Pur non essendo geograficamente situato
sulla costa questo comune è noto ai più come località balneare grazie
alle sue frazioni di:
- Santa Maria di Castellabate : qui si trova il Porto “Travierso”, chiamato comunemente Porto delle Gatte
perché i suoi porticati, illuminati dai pescatori durante la notte,
danno proprio l’idea degli occhi penetranti di un felino,da vedere anche due antichi palazzi nobiliari: Villa Principe di Belmonte e Villa Matarazzo, entrambi posti alle due estremità del borgo di Castellabate. e fare un tuffo nelle bellissime spiagge tra cui Spiaggia Marina Piccola.
-San Marco di Castellabate : famosa per la spiaggia del Pozzillo,lunga spiaggia bianca che
parta dalla frazione di San Marco fino ad arrivare a quella di Santa
Maria di Castellabate. Questo tratto di costa è completamente attrezzato
e quindi comodo sopratutto per famiglie con bambini in cerca di servizi
e relax,e la Spiaggia della Grotta, chiamata così grazie ad una grotta naturale venuta fuori in prossimità
di alcuni ritrovamenti paleolitici. In questa zona è stata anche
scoperta una vera e propria città sottomarina, dove sono stati ritrovati
resti di un antico molo romano.
-Ogliastro Marina nonché grazie alla bellissima Licosa , Area Marina Protetta che si trova in una scenario
completamente selvaggio. Per arrivarci bisogna percorrere un sentiero
di qualche chilometro durante il
quale si ammirano baie e insenature dai colori meravigliosi,può essere imboccato o dal porticciolo di San Marco, oppure da
Ogliastro Marina.Ancora più affascinante è l’isolotto di Punta Licosa,
una delle zona meglio conservate della costa del Cilento. L’isolotto è
raggiungibile solo via mare con escursioni organizzate che partono dal
porto di San Marco.
Passando per le Ripe Rosse e il piccolo borgo di Agnone Cilento(altro luogo in cui vale sicuramente la pena visitare la seicentesca Chiesa del Carmine),
dirigetevi verso Acciaroli,col suo porto antico, la Torre normanna, le
belle spiagge, visitate il borgo marinaro dove si dice che Hemingway
abbia conosciuto il marinaio che ispirò il suo personaggio de il Vecchio
e il Mare.
Affacciata sul mare sorge la chiesa dell'Annunziata, sorta nel 1187,
mentre nei pressi si trovano i resti di un'antica torre di difesa
angioina, con la base quadrata.
Il paese di Pollica, sede municipale, sorge in un luogo molto panoramico: notevoli qui il Castello medievale
del 1290 e la cappella di S. Pietro del 1524. Poco fuori il paese sorge
il convento di Maria SS. delle Grazie, dei frati minori, del 1611.
Pioppi e' una frazione costiera del comune di Pollica, famosa non solo per la ripetuta
assegnazione della Bandiera Blu data dalle acque cristalline del suo
mare e dai servizi offerti ma anche perché rappresenta la culla della
dieta mediterranea.
In questo luogo difatti, il fisiologo
statunitense Ancel Keys vi soggiornò per 28 anni studiando lo stile
alimentare della popolazione locale ed elaborando la tesi che la dieta
mediterranea apportava evidenti benefici alla salute. Oggi
all’interno del regale Palazzo Vinciprova, si può visitare il ‘Museo
Vivente della Dieta Mediterranea’ dedicato proprio ad ‘Ancel Keys’ e il
‘Museo del Mare' che riproduce incantevoli habitat marini.
NB Acque
cristalline, spiagge dalla sabbia bianca e finissima, e servizi
turistici di elevata qualità fanno giungere Acciaroli e Pioppi all’appuntamento con le
cinque vele di legambiente e la
bandiera blu della Foundation for Environmental Education.Tra e migliori spiagge troviamo:Spiaggia Grande di Acciaroli,
la spiaggia di Torre Caleo a Pollica,la spiaggia di Pioppi.
🍝DOVE MANGIARE : Mediterraneo-Ristorante, A-Tartana, Lounge bar Acciaroli, Ci.BoCilentoFoodBoutique, Braceria Marsili Acciaroli, Luca e la lucciola, Costantino polipollica, Pizzamorefantasia, Molo42,Agriturismo mare e monti, Suscettibile, U_Sfizio, Pizzeria Al-Vuttaro, La_Caupona_Bistrot
Gli
scavi di Velia per i romani o Elea per i greci rappresentano uno dei
gioielli del Parco
Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. I resti di questa antica
città si trovano nel territorio di Ascea
Marina, importante località balneare. L’antica acropoli di Elea (Velia),
dove oggi sorge una interessante fortificazione medioevale, ospita
delle rappresentazioni teatrali molto suggestive all’aperto. Si possono osservare, tra l'altro, i resti delle porte della città
(Porta Rosa e Porta Marina), di un edificio termale, dell'acropoli,
dell'agorà e del santuario di Poseidon Asphaleios.
La leva più importante dell'economia di Ascea è il turismo attivo
soprattutto nella frazione di Marina di Ascea che vanta 5 km.di spiaggia
con sabbia grossa soffice, mare limpido e cristallino, la scogliera e
le meravigliose baie delle rondinelle e d'argento.
Non meno
attrattivo è il ricco patrimonio archeologico. Oltre alla città di Velia
sono altresì interessanti il centro storico, i palazzi baronali, la
cappella di S. Antonio da Padova, costruita nel 1907, la Chiesa di Santa
Sofia risalente al XVII secolo e i frantoi.
Pper gli amanti del trekking-romantico c'e' un sentiero quasi esclusivamente fatto di gradoni (più che gradini) ma che regala una vista mozzafiato sul Golfo di Velia e Punta del Telegrafo, consentendo di scorgere anche Capo Palinuro, ecco
il sentiero degli innamorati.
Continuando lungo il percorso, tra gli ulivi centenari e la costa ci troviamo a Pisciotta, il paese delle alici di menaica, chiamate così
per la particolare tecnica con cui sono pescate.
Nel
centro storico è interessante visitare Palazzo Marchesale Pappacoda,
costruito sui resti di un antico castello del 1100 e la Chiesa dei SS.
Apostoli Pietro e Paolo.
In estate chi ama la temperatura più mite
della collina, può godersi il panorama da una delle tante terrazze che
le strutture ricettive mettono a disposizione dei visitatori e
assaggiare piatti locali a base di mare e di terra.
La produzione di olio extravergine di oliva (dop) e la pesca delle alici sono tra le attività principali .
🍝DOVE MANGIARE :
Osteria diabasis,
I-Carretti-di-Ascea(granite e gelati),
La scogliera,
Lo sciabecco,
Porta rosa,
La Ginestra,
Pit_Stop_Ristorante,
Officina84yogurtladiascea,
Osteria del borgo,
Ristorante i tre gufi,
Lamade',
Ristorante Angiolina,
Amachina,
Pizzeria Caramuta-mario,
Belvedere
Il mare è cristallino e le spiagge ampie e sabbiose (come quella delle Dune) si alternano a tratti rocciosi accessibili solo via mare in cui si nascondono veri gioielli naturali quali la spiaggia del buon dormire o le suggestive grotte come la Grotta Azzurra per il suo caratteristico colore,
la Grotta del Sangue nel cui interno le acque hanno riflessi rossastri e
la Grotta dei Monaci(per poter visitare le principali grotte di Capo Palinuro si possono effettuare dei tour in barca rivolgendosi agli operatori locali;
presso il porto è possibile visionare gli orari di partenza, di durata
delle escursioni e dei costi).
Meritano almeno una visita la spiaggia dell'Arco Naturale, la Spiaggia Marinella e la vicina spiaggia del Mingardo il cui incantevole paesaggio é stato più volte scelto come location di film colossal.
Da questo luogo é possibile partire per piacevoli escursioni verso
angoli di paradiso accessibili solo dal mare ed arrivare sino alla Baia del Buondormire dove la particolare sabbia dipinge il mare con colori suggestivi, i quali mettono in risalto la vicina Isola del Coniglio.
Su un terreno a picco sul mare troviamo l’Antiquarium , creato per raccogliere ed esporre i numerosi
reperti archeologici venuti alla luce durante una serie di campagne di
scavo e ritrovamenti di relitti di età ellenistica affondati nel mare di
Palinuro.


Sul mare del comune di Camerota si affaccia la frazione di Marina, un
villaggio di pescatori dotato di un porto e di una spiaggia magnifica,
rinomata soprattutto per la pesca di tonno e pesce azzurro.
Marina di
Camerota è immersa nel Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano ed è
protetta dall'Unesco come patrimonio mondiale dell'umanità e riserva
della biosfera. Nel 2015 conquista la Bandiera blu e bandiera verde. E’
nota ai paleontologi per la natura carsica del suolo che ha creato
interessanti
grotte sparse su tutto il suo territorio. Nelle grotte a
metà del '900, si sono avuti importanti ritrovamenti archeologici,
risalenti principalmente all'età della pietra e un altro elemento
caratterizzante sono le torri di avvistamento.
Nella prima metà
dell’800 se ne contavano dodici tra cui:
Torre Zancale del XVII sec.,
oggi adibita ad abitazione privata;
Torre di Cala Bianca detta Naballo,
di proprietà demaniale;
Torre degli Infreschi del XII sec, ormai ridotta
a rudere.
Di notevole interesse è l
'Ecomuseo Virtuale Paleolitico
con moderne tecnologie multimediali che consentono a tutti i visitatori
di esplorare il territorio costiero, ripercorrendo l'evoluzione sociale
e storica fino al Paleolitico, età dei primi insediamenti umani in
questa zona.
Uno dei luoghi di maggior interesse paesaggistico di Camerota è sicuramente Punta degli Infreschi,
un luogo incontaminato dove il turista può ritrovare l'aspetto antico
di questa costa che appare così come la videro i nostri antenati.
Questo tratto di costa cilentana ha avuto estimatori sin
dalla preistoria (540.000 anni prima di Cristo) come ci ricordano i
resti dell’Homo Camerotensis ritrovati nelle grotte che si affacciano sulla spiaggia di Lentiscelle.
Durante la prima settimana del mese di giugno si svolge
il meeting del mare, evento musicale che attira migliaia di persone da
tutta Italia.
Non meno suggestive sono la festa patronale di San
Domenico e della Madonna del Carmelo e le tradizionali Lamparate.
🍝DOVE MANGIARE : Ammoremare, Brezza_di_Mare, La cantina del marchese, Ristorante-Brera, Ristorante-pizzeria-la-lampara, Ittiturismo-la-cucina-del-saragone, Ristorante antica marina, La taverna del mozzo, Pizzeria kontiky, Penelope Ristorante, Trattoria pizzeria MARICUCCIATA, Profumi-e-sapori-villa-silvia


Si parte dal belvedere posto in località Ciolandrea (da San Giovanni a
Piro si segue l’indicazione per il parcheggio) seguendo la sterrata di
sinistra, che nel primo tratto procede in piano. A un certo punto la
strada si biforca. Qui si gira a destra per la Timpa del Piombo; a
sinistra il sentiero conduce invece alla torre costiera del Murice
(un’ora di cammino e 228 metri di dislivello in discesa), presidio di
segnalazione contro i pirati costruito alla fine del Cinquecento. Il
percorso per la timpa scende fino alla località Cerrito, riconoscibile
per 1’abbondanza di oliveti; da qui si raggiunge in breve una sella, a
quota 379 metri, da cui si gode 1’impressionante veduta sullo scosceso
vallone del Marcellino. Rapidamente si guadagna, ora verso sinistra, la
cima della Timpa del Piombo (415metri), splendido balcone panoramico
sulla costa tirrenica.
Scario, perla rara del Cilento, è un borgo marinaro facente parte del
comune di San Giovanni a Piro, che si affaccia sul Golfo di Policastro.
Sull’origine del nome ci sono varie ipotesi tra le quali la più
attendibile è che il nome derivi dal greco Skariòs che vuol dire
“piccolo cantiere navale”.
Scario inizia la sua storia intorno all’anno 1000 a.c. con l’arrivo
di alcune popolazioni che restarono su questa terra per 5 secoli,
dopodiché arrivarono i greci e infine i romani. Nel 915 i pirati
saraceni assaltarono Scario e la saccheggiarono, mettendo in fuga gli
abitanti. Nei secoli a venire il borgo si riprese fino a quando nel 1534
a 1522 i turchi la devastarono. Sembrava la fine di Scario che rimase
deserta per circa 100 anni. Invece grazie ad alcuni pescatori del luogo,
aiutati dai conti Carafa di Policastro, Scario risorse dalle sue ceneri
e oggi è una delle località di mare più famose in Italia e anche nel
mondo.
La caratteristica unica di questo posto è sicuramente quella della
qualità delle sue meravigliose spiagge, alcune addirittura raggiungibili
solo via mare. Tra le più importanti abbiamo la spiaggia dei gabbiani e
quella dei francesi. In queste spiagge salterà subito agli occhi del
turista la limpidezza delle acque e la presenza spettacolare di flora e
fauna marina. Una breve escursione alla Grotta dell’Acqua, cavità che si apre sul litorale a poca distanza da Scario. Merita infine una citazione la spiaggia di Tragara. Si trova poco più a
sud della zona centrale del paese ed è facilmente raggiungibile anche a
piedi.


Policastro Bussentino è una frazione del comune di Santa Marina, si
estende lungo la costa del Golfo omonimo a breve distanza dalla foce del
Bussento. E' una delle mete più frequentate dal turismo balneare,
caratterizzata da un pregevole centro storico di età medioevale.
Nel
centro storico svettano la
cattedrale di Santa Maria Assunta col suo
antico campanile che è uno dei monumenti più antichi non solo della
Campania ma di tutta Italia.
Il duomo di Policastro e concattedrale
della diocesi Teggiano-Policastro, è stato dichiarato monumento storico
dal 1927. Completamente restaurato qualche anno fà ed è inserito
nell'ottavo itinerario giubilare della Campania (Salerno, Paestum,
Capaccio, Vallo della Lucania, Teggiano, Padula e Policastro).
Altrettanto
rilevante è il
Campanile romanico, costruito nel 1167 per volere di re
Guglielmo II e ampliato nel XIV secolo; il
Castello di Policastro
costruito dai Bizantini nel VII sec. d.C. e le mura di cinta di ereca,
471 a.C. che documentano le diverse fasi storiche intorno al
centro abitato.
🍝DOVE MANGIARE :
Ristorante da Alfonso,
Ristorante luorto,
Locanda cardilli,
Trattoria-La-Rustica,
Smeraldo lido,
Osteria-Cilento,
Lido bagni Mario
Da Cicerone fu definita la “piccola gemma del mare del Sud” mentre
l’imperatore romano d’Oriente Massimiano Erculeo la scelse come
residenza estiva per la mitezza del clima e l’incanto del paesaggio
circostante.
Da visitare è la Villa comunale con varietà di
essenze arboree ed il monumento a Carlo Pisacane. Interessanti sono la
zona archeologica di Santa Croce con i resti di una villa romana
marittima, la chiesa dell’Immacolata Concezione, eretta tra il 1719 ed
il 1730 e la chiesa di San Giovanni Battista. La Torre neo-medioevale
dell’Osservatorio Meteorologico decorata con le effigie in ceramica dei
grandi uomini di scienza, la scultura “La Spigolatrice” sullo scoglio
dello Scialandro, Largo Pisacane che si affaccia proprio sulla spiaggia
dove sbarcarono i trecento guidati da Carlo Pisacane ed un cippo con i
versi della Spigolatrice di Sapri di Luigi Mercantini. Da non
perdere la sorgente dell’Acquamedia, ossia acqua dolce mescolata ad
acqua marina dal gusto gradevole dalle proprietà diuretiche. Particolari
sono le Saline ovvero scogli lisci cosiddetti per la capacità di
trattenere l’acqua marina durante le mareggiate ed il sale dopo
l’evaporazione dell’acqua. Interessanti e' il sentiero “Apprezzami l’asino”che conduce alla Grotta delle
Colonne, Torre Capobianco di origine medioevale, le Grotte di Cartolano e
di Mezzanotte.
ENTROTERRA CILENTANO
Se siete appassionati di speleologia, raggiungete il complesso di
grotte
che fanno parte del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
L'ingresso avviene da un piazzale situato a 94 metri d'altezza sul
livello del mare. Da qui si prosegue con viuzze e gallerie fino ad
arrivare ad ammirare stalattiti e stalagmiti. Il primo ingresso è su una
grande grotta chiamata Bertarelli.Secondo la leggenda, in esse si
rifugiò Spartaco, lo schiavo che duemila anni fa osò ribellarsi a Roma.

È un piccolo borgo abbandonato a causa delle frane. Il centro storico
iniziò a svuotarsi già nei primi anni del 900 quando due ordinanze del
genio civile obbligarono i residenti a trasferirsi nell'attuale parte
del paese, Roscigno Nuova. Nel paese ora risiede un solo abitante che,
dopo la morte di Dorina, unica vera ultima residente, si è trasferito in
una delle vecchie case e trascorre le giornate per le vie deserte del
paese, in attesa di qualche visitatore a cui raccontare la storia di
Roscigno. Le prime case conducono alla piazza con la chiesa madre, al centro la
fontana, gli abbeveratoi e i lavatoi pubblici. Tutt'intorno una cortina
di case con le botteghe, le stalle, le strette vie interne. Più in là
le cappelle, il cimitero, le case più vecchie e le mulattiere che
conducono ai campi.Negli anni '60 viene confermata l'esistenza di
un vasto insediamento antico che occupa la collina di Roscigno sin
dagli anni finali del VI sec. a.C.Nei locali restaurati del
vecchio municipio c’è il
Museo di civiltà contadina che raccoglie le
testimonianze della vita e del lavoro della gente di Roscigno, ciascuna
dedicata ad uno o più aspetti della cultura popolare locale come il
ciclo della vite e del vino, il ciclo dell’olivo e dell’olio,
l’allevamento e la produzione del formaggio, la lavorazione dei campi,
il ciclo del grano, l’aratura, la mietitura e la trebbiatura, il
trasporto, la lavorazione della lana, la produzione del pane, la casa.
Teggiano è una delle poche cittadine della provincia di Salerno che ha mantenuto ancora oggi intatto il suo aspetto di roccaforte,
grazie all’intervento del Principe di Salerno, Antonello Sanseverino,
che fece costruire il castello. L’attrattiva principale della città è
infatti rappresentata dalle alte mura medievali, che
permisero alla città di difendersi dagli attacchi del Re di Napoli,
Ferdinando d’Aragona e dal complesso architettonico su cui si fonda
l’intero borgo, dalle fattezze medievali e rinascimentali capaci ancora
oggi di attrarre migliaia di turisti ogni anno.
Sebbene sia un piccolo borgo, Teggiano ha numerose attrazioni. Tra i tanti edifici religiosi, meritano di essere ricordati il convento di S. Francesco del XIV sec. e il Museo diocesano S. Pietro del XII secolo. Da visitare il Museo delle Erbe, sito
nel centro della città e suddiviso in differenti sezioni: medicina
naturale, micologia, erbario naturale, etnobotanica; e il Museo degli usi e delle tradizioni del Vallo di Diano,
costituito da diversi tipi di reperti che vanno dal telaio
indispensabile per creare la tela, agli aratri per i buoi e agli
strumenti la lavorazione del legno.
CERTOSA DI S. LORENZO DI PADULA[
torna al menu
]
La certosa di S. Lorenzo, anche conosciuta come certosa di Padula, è di certo uno dei posti più belli della provincia di Salerno. Lo stile architettonico è quasi prevalentemente barocco,
infatti sono davvero poche le tracce trecentesche superstiti. Il
complesso conta circa 350 stanze e occupa una superficie di 51.500 metri
quadrati di cui 15.000 impegnati solo dal chiostro, tra i più grandi del mondo. La Certosa di San Lorenzo, infatti, grazie alla sua vasta estensione è seconda solo alla Certosa di Grenoble in Francia.
La nascita di Padula risale al IX-X secolo
quando, cessate le incursioni saracene, la popolazione che si era
rifugiata nelle alture preferì insediarsi sulla collina, in prossimità
della via consolare, dove ancora sorge il centro abitato; alla
fondazione del sito della Certosa contribuirono i monaci Basiliani. Il chiostro,
costruito a partire dal 1583, si sviluppa su due livelli: in basso, il
portico con le celle dei padri; in alto, la galleria finestrata
utilizzata per la passeggiata settimanale. Durante questa “uscita” la
clausura veniva interrotta e i padri potevano comunicare e pregare
insieme. Nel 1998 la certosa è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità e nel 2002 è stata inserita dalla Regione Campania nel novero dei Grandi Attrattori Culturali.
A Casaletto Spartano, c'è un posto meraviglioso da visitare. È la
cascata dei Capelli di Venere che nasce dalle acque del Rio Bussentino.
Si chiama così per via della rigogliosa pianta denominata "capelvenere"
che caratterizza l'oasi.
Raggiungete Castelnuovo Cilento il paese che domina la valle
dell'Alento e passeggiate per le sue strette stradine in pietra sulla
cui cima svetta un castello medievale.
Felitto è una piccola fortezza medievale, circondata da torri e
mura di cinta che dovete raggiungere per le bontà gastronomiche,
dall'olio alle uve fino al fusillo IGP di cui è produttrice.In epoca antica il paese era chiuso da quattro porte di cui quella occidentale è ancora in piedi.
Nella
piazza centrale rimane il ricordo della pietra del cattivo pagatore,
comunemente detta pietra chiatta, sulla quale era costretto a sedersi
con il sedere nudo, chi non stava ai patti.
Dall'alto
di uno sperone roccioso il paese domina
Gole del Calore da cui è possibile intraprendere escursioni molto suggestive verso grotte
naturali, strapiombi impressionanti e fittissima vegetazione dove vivono
la poiana, il gheppio, il falco pellegrino e l’astore. Scenario ideale
per gli amanti della canoa e gli appassionati di trekking.
Qui trovate
tutti i Borghi più belli della Campania.
Il
Cilento ha un riconoscimento importantissimo anche per la sua storia e
cultura enogastronomica, intesa come tradizione e stile di vita, un
“modus vivendi” dove l’elemento anche relazionale culturale rafforza il
senso di appartenenza e di condivisone tra tutti i popoli autoctoni.
Questo perché il “mangiare insieme”, tipico della Dieta Mediterranea,
non venga banalmente descritto come il consumare un pasto velocemente
bensì dare un valore più profondo e significativo come quello di
“Consolidare il fondamento delle relazioni interpersonali, promuovere il
dialogo e la creatività attraverso anche il tramandare di una identità
ben definita con i suoi valori condivisi”.Ogni anno infatti centinaia di
turisti accorrono da tutto il mondo in occasione delle varie sagre.
Gli alimenti principi
della Dieta Mediterranea sono il pane, la pasta, le verdure e gli
ortaggi, la frutta fresca e secca, ma anche le carni bianche, il pesce, i
latticini, le uova, l’olio d’oliva ed il vino.
I prodotti
tipici, DOP ed IGP impazzano sul mercato, infatti dopo il turismo, sono
la seconda fonte di guadagno più proficua al territorio.
L'ORO BIANCO DEL CILENTO
Un
viaggio nelle case di produzione come Vannulo o Barlotti vi mostrerà
che gli animali così trattati producono non solo la mozzarella più
succulenta ma anche ricotta, yogurt, dolci, gelato e molto altro.
Prodotta con latte intero 100% di bufale alimentate con erbe di pascolo,
mangime, mais, fieno di erba medica, crusca e paglia, il suo sapore
raffinato e inconfondibile sa stuzzicare ogni tipo di palato.La
lavorazione, lenta e delicata, è disciplinata dalla legge e le permette
di ottenere il marchio DOP. La
mozzarella “inda a murtedda”, così come
tanti piatti della tradizione, ha un’origine legata ad esigenze pratiche
ed in questo caso a quelle dei pastori cilentani di conservare la
mozzarella durante i lunghi spostamenti.
 |
mozzarella “inda a murtedda” |
La
Cacioricotta è un altro formaggio tipico prodotto dall'unione fra il latte di capra e di pecora
che viene spesso utilizzata sulla
pizza cilentana, cotta rigorosamente nel forno a legna e
condita semplicemente con passata di pomodoro e appunto cacioricotta stagionato
e grattuggiato, o in generale con formaggio caprino stagionato(molto
conosciuta
“l’ammaccata”, un tipo di pizza cilentana realizzato
selezionando con cura le materie prime e conferendo una particolare
forma allungata e ammaccata all’impasto prima di essere condito e
infornato).
 |
pizza cilentana |
SALUMI
Nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano esiste da secoli una
variegata produzione di salumi, di cui
soppressata di Gioi Cilento,condita con sale, pepe e, talvolta, peperoncino e finocchietto, viene
rimpastata sempre a mano, fino a raggiungere la consistenza perfetta.
 |
soppressata di Gioi Cilento |
PASTA
La storia del connubio fra la pasta e il Cilento affonda le sue radici
nelle origini di questa terra, ai tempi della colonizzazione greca. Già i
greci, infatti, utilizzavano un tipo particolare di alimento, prodotto
dall'impasto di acqua e farina, lavorato, tirato e poi tagliato a
strisce sottili. Lo chiamavano làgaron e da questo nome deriva quello di
un tipo di pasta cilentana, le lagane, usato anche in altre aree della
Campania e del Mezzogiorno, che nel piatto tipico vengono abbinate ai ceci. La tradizione ha poi sostituito alla farina
la semola di grano duro, creando la tipologia di pasta che tutti noi
conosciamo.
Tra i piatti tipici troviamo anche i
Triiddi(una specialità di Rofrano,un piatto della cucina contadina la farina di castagne,i
Fusilli Felittesi(nella versione classica sono consigliati con ragù di castrato) ed il
Cavatieddu sempre condito con ragu'.
 |
Lagane e ceci
|
 |
Fusilli Felittesi |
 |
Triiddi |
 |
Cavatieddu |
CARNE E PESCE
Il pescato cilentano è eccellente per
qualità e freschezza, e la lavorazione artiginale ne garantisce la
qualità. Regina delle proposte è l'acciuga, declinata in varie
preparazioni dall'olio d'oliva al sale, con l'aggiunta di più o meno
peperoncino, per andare incontro ai gusti di ogni palato. Il peperoncino
diventa il complemento anche per i bianchetti, nome comunemente
dato al
novellame del pesce azzurro, dal sapore delicato e inconfondibile. Per
la loro economicità e la loro enorme diffusione nel mare del
Cilento, le alici sono l’ingrediente base di molte ricette cilentane. A
Castellabate una delle più cucinate è la ricetta delle alici imbottite:
un piatto molto sostanzioso servito come secondo,ecco allora che nasce
un famoso piatto a base di Alici 'mbuttunate.
Anche i piatti di carne spiccano nella cucina cilentana dove prendono parte in alcune delle sagre piu' famose come la
capra bollita,piatto tipico della sagra della Frecagnola
che si tiene agli inizi di settembre a Cannalonga .La carne resta a
bollire per ore e quella che nel sentire comune si immagina come una
carne dura e dal sapore forte diventa uno squisito stufato molto delicato al palato. La
sfrionzola
invece e' piatto a base di tocchetti di carne di maiale, con l’aggiunta
di tocchetti di lardo, alcuni lasciano anche parte della cotica sui
pezzi selezionati, soffritti in olio EVO e insaporiti con peperoni
sott’aceto tagliati a quadrotti.
 |
Sfrionzola |
 |
Alici 'mbuttunate
|
VERDURE E LEGUMI
La scelta di materie prime selezionate e a chilometro zero, tutte
prodotte in coltivazioni locali e ricoperte dal prezioso olio d'oliva
cilentano, offrono una qualità e un gusto inimitabili. Carciofi,
melanzane, asparagini, broccoli friarielli, cicoria selvatica, peperoni,
zucca, zucchine, cipollotti, olive, peperoncini e pomodori vengono
esaltati dal connubio con l'olio genuino, per presentarsi sulle vostre
tavole in ogni momento dell'anno e in ogni occasione.La Ciauredda ne e' un esempio,piatto forte della cucina dei contadini cilentani, pare infatti che
erano soliti portare in campagna questa ratatouille di verdure in mezzo
due fette di pane e mangiarla all’ora del pranzo.Un altro piatto icona sono le mulignane 'mbuttunate(melanzane ripiene di pane, uova, formaggio, aglio e prezzemolo)
Il più famoso dei legumi cilentani è senza dubbio il fagiolo di
Controne, paese situato sui Monti Alburni e parte del Parco nazionale
del Cilento e Vallo di Diano. Dotato del marchio DOP e inserito
dall'associazione internazionale Slow Food nell'elenco delle 100
specialità italiane da salvare. Dai legumi nascono deliziosi piatti come la
maracucciata(polenta realizzata con il maracuoccio appunto, legume autoctono di Lentiscosa),ed i
ciccimmaretati (tipica di Stio,e' una minestra povera di legumi).Inoltre la
ciambotta e' una pietanza a base di zucchine e peperoni
servita
come contorno,questo piatto nasce dall'esigenza di concentrare in
un'unica portata tutte le rimanenze di ortaggi e verdure.
 |
Ciauredda |
 |
mulignane 'mbuttunate |
 |
maracucciata |
 |
ciccimmaretati |
DOLCI
La tradizione dolciaria cilentana affonda le sue radici nella tavola
familiare e si compone di ingredienti poveri ma gustosissimi, dando vita
a prodotti adatti a ogni occasione o momento della giornata. Protagonisti delle proposte
sono gli agrumi e i frutti locali: arancio, limone, frutti di bosco,
ciliege, albicocche, mele, more, fichi, prugne, nocciole e mandorle. Ma
non mancano le proposte più classiche che prevedono la presenza del
cioccolato, del caffé o della banana.
I biscotti tipici tradizionali piu
antichi invece sono: taralli, murzeletti (parola locale da significato
di “piccoli morsi”) e mestacciuoli, realizzati nel pieno rispetto della
manifattura antica tramandata da intere generazioni cilentane.Gli scauratieddi(o scauratielli), sono le classiche “zeppoline cilentane”,dolci tipici del periodo di
Natale,mentre i castagnacci (o pastorelle di castagne)sono dolci tipici
autunno-invernali e ancor di più del periodo natalizio. Sono realizzati
con una sfoglia di pasta ripiena di un composto a base di castagne, che
poi viene fritto in olio EVO e arricchito prima di servire con del miele
a filo.
I
cannoli cilentani sono un'altra prelibatezza da non perdere,dolce tipico delle feste ,ripieni meta' con crema bianca e meta' con crema al cacao.
 |
scauratieddi |
 |
pastorelle di castagne |
 |
cannoli cilentani |
FICHI
Vera e propria icona cilentana, il fico bianco ha una notevole
versatilità e si presta a numerose tipologie di preparazione. La sua
Denominazione Geografica Protetta “Fico bianco del Cilento” si riferisce
alla varietà essiccata della cultivar Dottato, presente in larga pare
del Mezzogiorno.
TRA VIGNETI, CANTINE E FRANTOI
Dal 1998 l'olio del Cilento
ha ottenuto il marchio DOP, collegato a un rigido disciplinare di
produzione. I comuni produttori sono 62, tutti situati nel Parco
Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e circondati dagli ulivi
secolari, suddivisi in tre diverse zone di produzione. La varietà più
antica, la Pisciottana, maggiormente presente nell'area sud del parco,
si mescola con la Rotondella e la Salella, tipiche dell'area ovest,
oltre che con l'Ogliarola, la Frantoio e la Leccino .
Qui ogni strada conduce ad un borgo,
ad un casolare ad una cantina. Questo itinerario vi permetterà di assaporare i migliori
vini del Cilento prodotti da vitigni autoctoni. La visita alla migliore cantina
della zona vi metterà in contatto con questo mondo ricco di fascino e contemplazione.
L'
acquasale cilentana è una “fresella” o pane tostato che viene
ammorbidito con dell’acqua e condito con pomodorini tagliati a spicchio,
un pizzico di sale, origano e impreziosito con un filo di
olio EVO per un'esplosione di sapori unici in bocca!
 |
acquasale cilentana |
VINI E LIQUORI
I vitigni locali, introdotti ad Elea ed a Paestum dagli antichi
colonizzatori greci, trovano nella natura argillosa-calcarea del terreno
e nel clima locale le condizioni per esaltare tutte le loro
caratteristiche.
Ogni
vite produce pochi grappoli, all'interno dei quali le caratteristiche
organolettiche vengono preservate ed esaltate.
Due denominazioni enologiche
della Regione Campania provengono dal Parco Nazionale del Cilento e
Vallo di Diano. Si tratta della DOC Castel San Lorenzo e della DOC
Cilento, prodotte dalla combinazione delle uve tradizionali con quelle
più specificamente locali.
La tipologia di liquore più antica è data dalla preparazione dei
cosiddetti “rosoli”, ottenuti tramite la macerazione di foglie o frutti
in alcool; di modesto contenuto alcolico venivano fatti in casa e
conservati gelosamente per essere consumati solo nei giorni di festa.
Nessun commento:
Posta un commento