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Cosa fare [ torna al menu ]
🪿🍒🍖Tour gastronomico : i prodotti tipici di Cremona e La strada del gusto
👻Leggende di fantasmi tra Cremona e Parma
🐉Sulle tracce del drago Tarantasio
🎻La citta' del violino e turismo musicale
CREMONA e provincia con il colore AZZURRO
Cremona [ torna al menu ]
Il dolce piu' amato di Natale che nasce proprio a Cremona; il Torrone, adesso è onorato a novembre con giorni di festa in centro città. Nel tempo, l’arte della produzione del torrone è diventata una tradizione tramandata di generazione in generazione che Cremona celebra ogni anno con la Festa del Torrone , un evento che attira visitatori da tutto il mondo, desiderosi di scoprire i segreti e le varie sfaccettature di questo dolce antico. Durante la festa, la città si trasforma in un grande laboratorio a cielo aperto, con spettacoli, esposizioni, e ovviamente assaggi di torrone in ogni variante, dai classici ai più innovativi.
Di grande fascino le architetture medievali della piazza del Comune con il Torrazzo, la torre campanaria in mattoni più alta d’Europa. La Cattedrale di Santa Maria Assunta, che il critico Longhi definì la Cappella Sistina della Pianura Padana, incanta per i suoi affreschi. Il Palazzo Comunale con la tipica struttura del broletto lombardo e la Loggia dei Militi, con le statue trecentesche, da sempre luogo di chiacchiere e di incontro.
Sparse nelle vie, oltre 150 botteghe artigiane dove riecheggia il suono dei violini creati da mani sapienti: un mestiere unico, protetto come Patrimonio Immateriale Unesco. Ancora oggi, la tradizione prevede infatti che la lavorazione dei violini sia
esclusivamente manuale, che la stagionatura del legno sia naturale e
che in nessun caso vengano usate parti di provenienza industriale. Solo
questa procedura corrisponde alla tradizionale arte cremonese e
garantisce una resa acustica eccezionale.
Ogni dettaglio, anche quello che sembra solo decorativo, ha la sua valenza e il suo significato nella realizzazione del pezzo. Accanto alle botteghe, una scuola internazionale forma nuovi
liutai mentre il Museo del Violino conserva gli Amati, i Guarneri, gli Stradivari. Da ascoltare
nell’Auditorium Arvedi progettato dal genio dell’acustica Yasuhisa
Toyota.
Tempio della cultura è anche il Teatro Ponchielli, che ha ospitato tutti i maggiori attori e cantanti lirici degli ultimi due secoli.
Da non perdere la visita al Museo Civico Ala Ponzone e alla più nascosta Cremona romana, chiusa tra le navate del Museo Archeologico e raccontata dalla restaurata domus del Ninfeo, con pitture e frammenti musivi.
Per quanto riguarda lo shopping, Cremona offre numerose opportunità, dal mercato che si tiene ogni settimana al mercoledì al sabato nel centro della Città (è uno dei più antichi della Lombardia, e questa tradizione si fa risalire addirittura al 1339) ai tanti negozi storici del centro medievale. In particolare, oltre ai prodotti enogastronomici tipici, l’artigianato migliore è quello che riguarda gli strumenti musicali "made in Cremona", in particolare i violini. Attenzione anche al mercato biologico che si tiene in centro quasi ogni domenica. Il centro storico fornisce anche le migliori opportunità per assaggiare la gastronomia cremonese, sia con ristoranti, trattorie e osterie che con i negozi di alimentari con decenni di esperienza sulle spalle, e per divertirsi alla sera e di notte.
Soncino [ torna al menu ]
Eletto a uno dei Borghi più belli d’Italia, deve il suo appeal principalmente all’antica Rocca Sforzesca, costruzione avviata nel 1473 su progetto di Bartolomeo Gadio e ultimata nel 1475. La Rocca Sforzesca resta uno dei più classici e meglio conservati esempi di architettura lombarda. Alto 28 metri e largo 73, si articola in due strutture quadrilatere distinte, fra fossati, torri angolari, ponti levatoi, merlature a coda di rondine e spalti perimetrali.
La Rocca Sforzesca non è tuttavia l’unica cosa da cui farsi incantare a Soncino. Meritevoli di una visita sono pure il Museo della Seta, edificio di architettura industriale nel quale ripercorrere l’intero processo di produzione (dal baco al tessuto), e la Casa degli Stampatori dove nel 1488 fu stampata la prima Bibbia Ebraica al cui interno ammirare i macchinari dei stampa dell’epoca.
Di notevole interesse storico, il campanile della Pieve di S. Maria Assunta, la torre ottagonale della Chiesa di San Giacomo e la Chiesa di S. Maria delle Grazie fuori le mura.
Pizzighettone [ torna al menu ]
Un tempo sfruttato per difendersi dagli attacchi nemici, oltre ad avere il pregio di essere un complesso fortificato che rispetta in toto la sua costruzione originaria, questo borgo cremonese trova la sua principale peculiarità nelle Case Matte, il complesso fortificato di indiscutibile fascino osservabile percorrendo una cinta muraria fra le meglio conservate della Lombardia.
All’interno della cinta sono state di fatto ricavate 93 sale dalle ampie volte, originariamente con funzione di alloggio militare, magazzino o postazione da tiro. Vera e propria rarità architettonica, le Case Matte di Pizzighettone sono un caso unico nel novero delle costruzioni militari, anche per la loro speciale conformazione: qui gli ambienti sono tutti comunicanti fra loro e si susseguono quasi come un unico sistema, dando vita a uno spettacolo davvero singolare. Un percorso lungo quasi un chilometro che vi darà l’occasione di immergervi completamente nella storia del luogo e che alla fine sarete ben lieti di aver compiuto.
Lasciate le Case Matte e oltrepassato il ponte sull’Adda, vi consigliamo di non mancare una visita della Chiesa di San Pietro (Santuario di Nostra Signora del Sacro Cuore) nella vicina borgata di Gera, un santuario mariano del XVIII secolo interamente rivestito di marmi e di mosaici a celebrare la figura della Vergine, presenti sia all’interno che all’esterno per iniziativa del sacerdote Pietro Mizzi (parroco di Pizzighettone fino al 1999) che dedicò l’intera vita al suo abbellimento. Da compiere con una guida previa prenotazione, la visita alla Chiesa di san Pietro è strutturata come mostra interattiva diffusa che dà modo di addentrarsi nelle origini, nella storia e nelle caratteristiche del luogo.
Gradella e Pandino [ torna al menu ]
Dal toponimo “Gradella” riferito in origine a un castrum fortificato, visto che in epoca alto medievale qui fu stabilito un presidio longobardo munito di fortificazione poi distrutta nel XIII secolo, il borgo deve la sua unicità architettonica alla nobile famiglia Maggi la quale, già in possesso di terreni e case dal 1558, nel 1692 diventò proprietaria assoluta del paese. A testimoniare il loro passaggio, anche la seicentesca Villa Maggi all’estremità orientale del paese, rimaneggiata fra Ottocento e Novecento e contornata da un bel parco secolare.
Un borgo dal paesaggio fiabesco immerso nella campagna, dove la quiete regna indisturbata e dal quale farete probabilmente fatica a staccarvi. Specie se avrete la fortuna di incappare nel gruppo di simpatici daini che, portati originariamente in paese dall’ultima contessa Camilla Maggi, passeggiano per le pittoresche stradine accogliendo festosi i suoi visitatori.
Castelponzone e Scandolara Ravara [ torna al menu ]
Un luogo tranquillo e attraente disteso fra la campagna e il Po che ha mantenuto la caratteristica architettura rinascimentale e che, una volta spianate le mura e colmato il fossato del vecchio castello, sistemate le facciate dei palazzi e ripristinato l’antico ciottolato delle sue strade, è oggi pronto a mostrare ai visitatori quel che resta di prezioso della sua storia. Ne scoverete i segni più evidenti nella residenza signorile settecentesca conosciuta come La villa, nelle abitazioni rurali impreziosite da balconi fioriti immerse nella tranquillità della pianura, nelle corti agricole abitate da fienili, stalle, granai e case padronali, nei tipici portici cinquecenteschi ricchissimi di archi di ogni tipo, nelle botteghe artigiane che ricordano l’antica vocazione del paese.
Frazione di Scandolara Ravara, Castelponzone è stato definito una corda tesa fra la terra e il fiume, in riferimento alle corde che venivano fabbricate quale prodotto derivante dalla coltivazione della canapa e che qui divennero oggetto di fiorenti commerci. Di questo fenomeno sociale che segnò la storia del borgo che per secoli fu abitato dai numerosi cordai, resta oggi il Museo delle Corde che ospita manufatti e macchinari risalenti a diverse epoche.
Altri richiami del borgo cremonese, la pregevole Santa Lucia del Genovesino conservata nella Chiesa secentesca e, fulgido esempio fra tardo romanico e gotico lombardo, la Chiesa Vecchia dedicata alla Madonna Regina della Pace.
Rivolta D'Adda [ torna al menu ]
Il ben conservato impianto viario dell’abitato converge verso la piazza centrale, nel cui mezzo sorge la basilica romanica di S. Maria e S. Sigismondo. Iniziata dopo il 1030, venne completata nel XII secolo e ha come modello la basilica di S. Ambrogio a Milano, un’influenza resa ancora più trasparente dalla ricostruzione in “stile” delle parti perdute, condotta nel 1906.
All'interno l'oratorio ha una sola navata coperta da una grande volta a botte divisa in due campate. Nel presbiterio è collocato l'altare maggiore, importante manufatto in marmi policromi realizzato all'inizio del XVIII su disegno di Andrea Fantoni. L'elemento che rende unico questo oratorio è sicuramente la decorazione pittorica della navata centrale. Decorazione a fresco realizzata nel 1506 e che ricopre interamente la volta con 104 tondi da cui si affacciano Sibille e Profeti e la serie di riquadri con le Storie della Vergine.
I pittori all'opera sono due artisti lodigiani: Giovan Pietro Carioni e Martino Piazza. Quest'ultimo fu uno dei primi allievi di Leonardo a Milano e mise in pratica gli insegnamenti del Maestro proprio nella volta rivoltana rendendola un prezioso incunabolo di pittura rinascimentale lombarda.
Seguendo la Rivoltana in direzione Milano, poco prima del ponte sull’Adda, si giunge in un bosco secolare di oltre 100 ettari. E’ qui che nel 1978 sorge il Parco della Preistoria , dove sono inserite oltre 30 ricostruzioni a grandezza naturale di animali vissuti nella Preistoria.
Io piccina nel parco con nonna e papa' negli anni 80!
Casalmaggiore [ torna al menu ]
Una cittadina da scoprire a piedi, passeggiando per le sue vie, con il suo centro scenografico, i suoi piccoli ma preziosi musei, le chiese e i palazzi. Solo il santuario della Madonna della Fontana e la chiesa di Santa Maria dell'argine vanno raggiunti in auto. Ma con un po’ di tempo a disposizione, soprattutto in primavera o in autunno, è molto piacevole raggiungerli a piedi con una passeggiata di non più di mezz'ora lungo un viale alberato per il Santuario e sull'argine del Po per Santa Maria.
Il cuore di Casalmaggiore pulsa in piazza Garibaldi sul suo “listone”, il lastricato rialzato al centro della piazza che ogni sabato si anima con il mercato cittadino e e la tradizionale fiera di San Carlo a inizio novembre.
Il Duomo di Casalmaggiore è di stile neoclassico, mentre la chiesa S. Chiara, che si trova di fronte, è del XVI secolo.
Due sono i suoi musei: il Museo del Bijou, singolare raccolta di bigiotteria locale dai primi anni del '900 ai giorni nostri e sede di frequenti e interessanti esposizioni temporanee, e il Museo Diotti, intitolato al pittore casalasco Giuseppe, importante figura nel panorama ottocentesco lombardo.
I palazzi Martinelli, Manara e Manganelli, il teatro di fine settecento, il torrione estense (ciò che resta delle fortificazioni rinascimentali) giustificano una passeggiata nel centro cittadino, da concludere con una visita al quattrocentesco santuario della Beata Vergine della Fontana e all'argine maestro del Po: è da lì che si può vedere tutta Casalmaggiore e l'ampia curva del grande fiume.
Castelleone [ torna al menu ]
Per via Roma si entra in un fitto reticolo viario, caratterizzato da un tessuto di case porticate di struttura medievale e rinascimentale. Perpendicolarmente alla via si dilata la Piazza del Comune, su cui prospettano il fianco della rinascimentale parrocchiale dei SS. Filippo e Giacomo, progettata da Agostino de’ Fondulis , con facciata adorna di fasce di cotto. Nell’interno, a tre navate, dipinti di Giulio Campi, del Genovesino e di Gian Giacomo Barbelli.
Il Museo Civico Archeologico, sempre in via Roma, è ospitato all’interno del settecentesco Palazzo Brunenghi-Salvago, insieme alla Biblioteca. L’esposizione documenta la storia umana del territorio dal Mesolitico all’Alto Medioevo.
A circa 1,5 km sulla strada che ritorna a Crema, si staglia il santuario della Madonna della Misericordia, progettato dal Fondulis in forme rinascimentali. L’interno, a una navata, è abbellito da cornici in cotto cinquecentesche.
In località Le Valli, a due chilometri fuori dall'abitato, sorge isolata sopra un leggero rialzo del terreno, la chiesa di Santa Maria in Bressanoro che costituisce uno dei più importanti esempi di architettura del primo periodo sforzesco. Nel 1461 venne avviata la ricostruzione nelle forme attuali da Bianca Maria Visconti a compimento di un voto. L’interno risulta decorato da due spettacolari cicli di affreschi, eseguiti a fine Quattrocento, che narrano episodi della vita di Cristo.
Ogni seconda domenica del mese, si svolge nel centro storico di Castelleone il mercatino di antiquariato, nato nel lontano aprile 1988, il primo nella provincia di Cremona.
Crema [ torna al menu ]
Tra gli edifici piu' importanti da vedere : Palazzo Comunale , affacciato su Piazza del Duomo, Palazzo Benzoni-Frecavalli , Palazzo Marazzi-Griffoni , Palazzo Vimercati-Sanseverino, Palazzo Foglia e Palazzo Terni-Bondenti. Sono presenti anche ville di epoca barocca o successiva, come Villa Tensini , Villa Albergoni e Villa Martini .
Il Duomo di Crema, in stile gotico lombardo, è stato costruito tra la fine del XIII sec. e l’inizio di quello successivo.
Meritano una visita:
- il Santuario di Santa Maria della Croce (XV sec.), teatro di episodi leggendari e miracolosi;
- la Chiesa di San Bernardino degli Osservanti, edificata tra il 1518 e il 1534, in ricordo di una visita del Santo in città, che oggi funge anche da auditorium, oltre ad ospitare le funzioni religiose;
- la Chiesa di Santa Maria della Stella, che ospita una famosa “Madonna Nera”;
- l’ex Convento di San Domenico che oggi accoglie il teatro comunale e l’Istituto musicale Bruno Folcioni.
Il Museo Civico di Crema e del Cremasco, presso l’ex convento di Sant’Agostino, raccoglie molte testimonianze archeologiche, artistiche ed etnografiche.
Nel 2005 è stata acquistata una grande collezione di macchine per scrivere: Crema, infatti, è stata a lungo sede della Olivetti.
La sezione di archeologia fluviale è la più innovativa, aperta nel 2010: conserva, infatti, le piroghe preistoriche che solcavano i corsi d’acqua della pianura. Si tratta di una delle più interessanti e significative collezioni a livello nazionale di imbarcazioni ricavate dallo scavo di un tronco d’albero. Della collezione fanno parte 13 piroghe, quattro esposte (dal Po, dall’Oglio e dall’Adda) e altre nove sottoposte a studi. La sezione di Arte Moderna ospita una selezione della pittura e della scultura cremasca dell'Ottocento e del Novecento. Angelo Bacchetta ed Eugenio Giuseppe Conti, Luigi Manini e Antonio Rovescalli, sono fra le personalità che più divennero famose in ambito teatrale e pittorico a livello europeo. Nel maggio del 2015 è stata inaugurata la sezione dedicata alla tradizione organaria, che illustra le storia e le modalità operative di una delle attività di artigianato artistico che caratterizzano il tessuto produttivo cremasco.
A pochi km da Crema sorge la Riserva naturale Palata del Menasciutto e “Laghetto dei Riflessi”. La riserva è una delle zone naturalisticamente più importanti
all'interno del parco del Serio, ricca di flora e fauna. Al suo interno
si trovano il laghetto della Rana rossa e il laghetto dei riflessi,
immortalato dal film di Guadagnino “Chiamami col tuo nome”.
Casteldidone e San Giovanni in Croce [ torna al menu ]
Il castello (o villa) Mina dalla Scala domina sulla strada che collega Rivarolo Mantovano a San Giovanni in Croce, con la sua vasta struttura quadrilatera con torri, torrette e mura di recinzione. Al di là della strada si trova Casteldidone.
Costruita alla fine del Cinquecento, la villa è frutto di rimaneggiamenti successivi, mentre le decorazioni interne sono tutte settecentesche, di diversa mano. L'oratorio di Sant'Antonio, esistente nel complesso, è del 1680.
È leggenda diffusa che la Villa si abitata da “presenze”: il fantasma di una antica contessina comparirebbe nella notte del primo plenilunio di gennaio, alla ricerca della sorella morta per peste nel Seicento.
Merita una visita anche la chiesa dei Santi Abdon e Sennen: eretta verso il 1840 sulla chiesa vecchia che risaliva al Quattrocento, è in stile neoclassico a croce latina, con grande cupola e lucernario; ha tre cappelle per lato e una sola navata. È opera di Luigi Voghera, che in questo periodo operò lungamente e prolificamente nel territorio fra Oglio e Po, legando il proprio nome a quasi tutte le emergenze architettoniche dell'Ottocento, quali ad esempio i Castelli e le Ville di Torre de' Picenardi, di San Lorenzo de' Picenardi, di Cicognolo ecc. La facciata ha richiami vagamente palladiani.
Accanto alla chiesa si trova la Cascina Cavalca, trasformazione dell'antico castello di Casteldidone, già nel 1309 descritto come un borgo cinto da un fossato di difesa e dotato di una torre fortificata. È questo il nucleo più antico del paese. La parte alta della cascina è quanto rimane della torre che presenta a est un cornicione quattrocentesco. Il castello costituiva il riparo per gli abitanti in caso di guerra e era perciò dotato di ampi spazi per il vettovagliamento e il ricovero. Come molti altri fortilizi della zona nel Seicento fu adibito a cascina.
Riportata al suo splendore dopo un lungo periodo di abbandono e degrado, Villa Medici del Vascello è una delle più interessanti residenze extraurbane del territorio cremonese, frutto di una serie di trasformazioni che si sono susseguite dal XV secolo in avanti.
La villa cattura da subito l’attenzione per magnificenza data da forme dell’architettura fortilizia medievale accanto a raffinati elementi delle ville nobiliari extraurbane. Il giardino che la circonda è un romantico giardino all’inglese di 12 ettari, e ospita un laghetto panoramico dalle forme sinuose e diversi piccoli edifici in stili differenti.
Nel parco crescono ancora alcune piante esotiche tra le prime importate in Europa, che hanno saputo creare l’habitat ideale per una fauna variegata.
Isola Dovarese [ torna al menu ]
Isola, anzi Insula, come viene citata nei documenti antichi, si trova su un piccolo terrazzamento a forma di goccia, proteso nella golena del fiume Oglio. Le acque, che la circondano per tre quarti, rendevano questo insediamento di particolare importanza.
Anna Da Dovara nel 1332 sposò Filippino Gonzaga, e Isola passò così sotto il dominio di un ramo minore della dinastia dei signori mantovani.
A Giulio Cesare Gonzaga si deve la riorganizzazione della piazza Matteotti, affascinante per la sua monumentalità, rapportata alle circoscritte dimensioni del borgo.
Un lungo porticato chiude la piazza su un lato, interrotto solo dall'arco d'ingresso al centro; sui lati corti si trovano il Municipio e il palazzo della Guardia, che oggi ospita un delizioso caffè-ristorante.
Oltre l'arco, si arriva alla parrocchiale di San Nicola, che conserva al suo interno un'Annunciazione di Gian Francesco Bembo e un Ecce Homo di Bernardino Campi.
Ogni secondo weekend di settembre si svolge il tradizionale Palio delle Contrade che vede contrapposte quattro storiche contrade: Le Gerre, Porta Tenca, San Giuseppe, San Bernardino. Per tre giorni Isola Dovarese indossa vesti tardo-gotiche e inscena, tra banchetti, musiche, danze e buffonate, l'ambiente cortigiano di fine Quattrocento.
Torre de' Picenardi [ torna al menu ]
Villa Sommi Picenardi e il Castello di S. Lorenzo, insieme a cascinali e complessi agricoli di grande interesse storico e architettonico, sono il lascito della storica presenza dei nobili Picenardi nel territorio cremonese verso Mantova.
Villa Sommi Picenardi fu per secoli una delle residenze principali della nobile famiglia cremonese, che tra ‘700 e ‘800 l’ha resa uno dei più interessanti complessi architettonici del territorio. Il complesso è tuttora di proprietà privata, oggi della famiglia Cassani.
Il giardino della Villa è uno dei primi esempi di giardino all’inglese sul territorio italiano; vi si trovano ancora i viali e i prati all’italiana, le statue, il tempio di Priapo, quello dorico dedicato a Castore e Polluce, oltre alle antiche scuderie e il Caffehaus, creati su progetto dell’architetto Luigi Voghera nel 1826.
Nella frazione di San Lorenzo si stringe intorno al castello di San Lorenzo, documentato a partire dal XV ma di origine probabilmente più antica, immerso nel verde del grande parco che lo circonda. L'attuale aspetto del castello è il frutto di varie fasi edilizie, la più importante delle quali ebbe luogo nel XIX secolo e che gli conferì l'aspetto attuale.
L’imponente e suggestiva facciata, con varie torri merlate di grande impatto scenografico e di chiaro richiamo medievale, sono gli elementi più suggestivi del castello.
Da segnalare, nella piccola frazione di Pozzo Baronzio, la chiesa parroccchiale dedicata alla Vergine Assunta. È un piccolo edificio sacro fondato negli anni a cavallo fra il XVII e il XVIII secolo. Nell'abside conserva il coro ligneo settecentesco in noce e l’ancona in muratura dove è racchiusa una copia del dipinto raffigurante l’Assunzione della B.V. Maria di Bernardino Campi, il cui originale è conservato al Museo Civico di Cremona.
Genivolta e i 13 ponti [ torna al menu ]
Piadena e sito palafitticolo Lagazzi del Vho [ torna al menu ]
Uno dei Siti Unesco della Lombardia si trova nell’area di Piadena, si tratta di un’area archeologica che fa parte di un complesso di siti archeologici distribuiti lungo le Alpi, iscritto nella lista del Patrimonio mondiale perché rappresenta un gruppo unico eccezionalmente ben conservato di siti archeologici culturalmente ricchi.
In particolare, sono una testimonianza degli insediamenti di comunità databili tra il 5000 e il 500 a.C. e mostrano l'uso di risorse territoriali e marine, tipico dell’epoca compresa tra il Neolitico e l’età del bronzo in Europa.
Piadena ospita anche un importante sito palafitticolo, parte del sito seriale "Siti palafitticoli preistorici dell'arco alpino", riconosciuto dall'UNESCO come Patrimonio dell'Umanità. Si tratta di "Lagazzi del Vho", un'area di rilevante interesse archeologico e naturalistico.
Questo sito, situato a sud della frazione Vho di Piadena Drizzona, è un'area archeologica che ha restituito importanti reperti dell'età del bronzo
I parchi [ torna al menu ]
Il verde a Cremona è molto diffuso. Solo nella città troviamo il Parco Asia, il Parco del Po e il Parco Trebbia. La zona, prettamente fluviale, ospita però anche molte altre zone di assoluto interesse, tra paludi, acquitrini, pioppeti, prati, secondo le caratteristiche dell’ecosistema padano classico.
Le riserve di primario interesse del territorio sono il Parco dell'Adda Sud, il Parco dell'Oglio Nord, il Parco dell'Oglio Sud, il Parco del Serio ed il Parco della Golena. Di particolare importanza, nella provincia cremonese, è il Parco della Golena del Po, che è finalizzato a salvaguardare nel miglior modo possibile il paesaggio fluviale in rapporto anche con il contesto urbanistico circostante. Qui si può passeggiare tra boschi di salici bianchi, ontani neri e olmi, oltre agli immancabili pioppi.
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