venerdì 6 giugno 2025

🇮🇹 Lodi e provincia

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 LODI e provincia con il colore GRANATA

 

Lodi [ torna al menu ]


Fondata già in epoca celta con il nome di Laus Pompeia (oggi Lodi Vecchio) divenne un florido municipio romano, forte della propria posizione a ridosso dell'Adda e al centro degli scambi tra Milano, Pavia e Brescia. La città di Lodi venne fondata da Federico Barbarossa nel 1158, epoca a cui risalgono alcuni importanti monumenti ed ebbe un secondo momento di splendore durante il Rinascimento quando, prima sotto i Visconti di Milano e poi sotto gli Sforza.

Inizia da Piazza della Vittoria, una delle più belle d’Italia, e una delle poche al mondo con i portici che corrono su tutti e quattro i lati. Qui, si affaccia anche il Duomo medievale,che, costruito a partire dal 1158, epoca a cui risale la cripta, vede la stratificazione più più momenti costruttivi, dal protiro gotico al rosone rinascimentale fino alle decorazioni interne di Callisto Piazza, il maggiore esponente della bottega cinquecentesca dei "Piazza da Lodi". Accanto, il grazioso broletto regala l'incanto di una piazzetta che sembra ancora appartenere ad un'epoca lontana, silenziosa e antica.
Mentre, poco distante, puoi visitare un gioiello del Rinascimento lombardo, il Tempio civico della Beata Vergine Incoronata, Progettato dall'architetto Giovanni Battagio ispirandosi alla sacrestia di San Satiro a Milano realizzata da Donato Bramante, il tempio lodigiano presenta all'esterno forme armoniche, sobrie e ben calibrate tipiche del Rinascimento più colto che si contrappongono alla fittissima decorazione dorata alternata a tele dei Piazza e del Bergognone. Poi, puoi fare tappa al Museo della Stampa e Stampa d’arte dove sarà possibile non solo avere una ricca completa panoramica della storia dell'editoria dalla sua nascita fino ai nostri giorni, ma dove sarà anche possibile provare a stampare un proprio pensiero con tecniche antiche. Il fermento culturale di Lodi ha dato vita anche al Festival della Fotografia Etica, dove vengono proposte mostre, videoproiezioni, dibattiti e incontri. Vengono svelate anche le foto vincitrici del concorso World Report Awards - Documenting Humanity.

La visita proseguirà con la chiesa di San Francesco, un vero e proprio scrigno di arte e bellezza. Sulla piazza dominata dall'imponente statua dello scienziato lodigiano Paolo Gorini, noto per i suoi esperimenti di pietrificazione dei cadaveri e di cremazione a combustione diretta, presto introdotta nel Cimitero Monumentale di Milano, la chiesa di San Francesco è caratterizzata da una facciata romanica che presenta uno dei primi esempi di bifore a vento in Lombardia e nasconde un interno caratterizzato da una decorazione raffinatissima, dove emergono decorazioni duecentesche e trecentesche di rara bellezza. 

 

 

Lodigiano [ torna al menu ]


Nel corso dei secoli, le acque di due fiumi che fungono quasi come confini naturali verso il Lodigiano, l’Adda ad est e il Po a sud, sono state importanti risorse per la sopravvivenza della zona.

Sette città lodigiane si ergono sul Po, che attraversa un affascinante paesaggio naturale, soprattutto in prossimità delle tre banchine fluviali, quello di Corte S. Andrea, la 39a tappa della Via Francigena, e quelli di Gargatano e Morti de la Porchera.  Lo scenario lungo l’Adda, che attraversa Lodi, è costituito da aree boschive, zone umide e spiagge fluviali. Nel 1983, al fine di preservare l’ambiente naturale, la Regione Lombardia istituì il Parco dell’Adda Sud, che ha il compito di proteggere il corso d’acqua attraverso l’intera area. Navigare tra i fiumi Adda e Po offre una vista sullo scenario di rara bellezza naturale lungo un percorso tortuoso dominato da una vegetazione ricca e variegata. I motoscafi operano un servizio di crociera fluviale che offre ai turisti ogni comfort. Di particolare importanza tra questi ultimi è il canale di Muzza, il pilastro dell’intero sistema di irrigazione della zona e il risultato della necessità di una continua irrigazione dei campi, poiché il loro sottosuolo consiste principalmente di ghiaia e sabbia.

Anche il territorio lodigiano abbonda di storia, arte e cultura. Il suo patrimonio artistico è visibile in tutto il suo splendore in ogni angolo di Lodi e nelle città circostanti. In attesa di essere scoperti dai visitatori sono chiese, abbazie, castelli, ville e palazzi che ospitano una ricchezza di testimonianze del passato. Collezioni d’arte e musei racchiudono anche uno straordinario patrimonio artistico di dipinti, sculture e oggetti agricoli tradizionali.    

La rete di percorsi ciclabili Lodigiano copre oltre 500 chilometri, rendendola la destinazione ideale per chi vuole pedalare con facilità. 

I dintorni di Lodi sono una preziosa testimonianza delle sue origini. L'odierno capoluogo di provincia è nato infatti dopo la distruzione della vicina Laus Pompeia. Questo antico borgo, ora chiamato Lodi Vecchio, nonostante sia stato raso al suolo dai milanesi nel XII secolo, conserva ancora tracce del suo perduto passato.

Qui e nel lodigiano in generale si possono visitare edifici sacri fondati ancora prima della stessa Lodi. I più grandiosi sono la Basilica di San Bassiano,  l'Abbazia del Cerreto, antico monastero cistercense posto nell'attuale Abbadia Cerreto e il Santuario Mater Amabilis di Ossago.

Un primo motivo  per visitare i comuni confinanti e limitrofi a Lodi è, senza dubbio, l'interesse storico e culturale di questi piccoli borghi, che a prima vista si presentano come tranquilli e pittoreschi centri agricoli.

Nel cuore della Pianura Padana, si estende la Bassa Lodigiana, fino ai confini con l'Emilia Romagna, tra castelli, ville, chiese e aree naturalistiche da togliere il fiato.

Numerosi sono i castelli e le ville presenti in zona. Dei castelli originari, alcuni paesi ne conservano solo i resti, come a Brembio (datato 1200-1250). In altri casi ne abbiamo solo testimonianza, come per il castello a due torri che esisteva un tempo a Livraga. Tra i castelli più belli e meglio conservati, troviamo quelli di Maccastorna e Maleo.

Se consideriamo l'architettura civile, sono da visitare le Ville Biancardi: a Codogno, costruita a fine Ottocento in stile Liberty e a Zorlesco di Casalpusterlengo, sempre in stile liberty ma con rimandi all'arte medievale, gotica e rinascimentale. Una vera e propria reggia è Villa Litta Carini a Orio Litta. Fu luogo di ritrovo dei letterati dell'epoca. Tra i suoi frequentatatori re Umberto I e Giacomo Puccini.

Sant’Angelo Lodigiano è un centro rurale che si sviluppa sulla destra del Lambro. Il toponimo è simile a quello di tanti altri comuni della zona, ma può indurre a curiosi fraintendimenti.

Innanzitutto, non c’è traccia sul territorio di chiese o monumenti dedicati a Sant’Angelo. Il riferimento potrebbe riguardare piuttosto l’arcangelo Michele, presente anche sullo stemma comunale. Mentre con “Lodigiano” si intende sicuramente l’appartenenza provinciale, ma è pur vero che il dialetto santangiolino è unico nel territorio, per la sua particolare cadenza e per alcuni termini che non si trovano nei paesi limitrofi.

I motivi di interesse di Sant’Angelo sono soprattutto di natura artistico-culturale, per lo splendido Castello, tra i più belli del lodigiano, e per gli edifici religiosi, in quanto città natale di Santa Francesca Cabrini.

Il Castello Bolognini è una costruzione di origine medievale, ampliata nel XV secolo per volontà di Regina della Scala, moglie di Barnabò Visconti. 

La Basilica di Sant’Antonio Abate e Santa Francesca Cabrini è stata eretta tra il 1928 e il 1938, sopra la chiesa precedente, la cui storia risale almeno al 1210. All’interno si sono conservate tracce del suo passato, come la cappella della Madonna del Rosario e gli affreschi di Morazzone sulla volta. Notevoli il battistero seicentesco, dove venne battezzata Francesca Cabrini nel 1850 e la cappella a lei dedicata, con affreschi di Galizzi e Secchi. Sull’altare marmoreo si trova un reliquiario contenente il radio della santa.

Da visitare anche la Chiesa di San Bartolomeo del XIII secolo (ricostruita nel ‘500) e, nelle frazioni, la Chiesa di Santa Maria Regina (a Cogozzo) e la Chiesa di San Carlo (a Ranera).


 

 

 

 


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